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2013-05-25

Di discussioni attorno a una birra, di nottate in postriboli, di cioccolato


Eleria - Yindù - Peacock Club

Non propriamente il locale più elegante di Yindù, decisamente pacchiana la scelta del proprietario di dedicare ogni singolo particolare degli arredi al pavone ed ai suoi colori. Ma, ad ogni modo, è un posto che le ragazze conoscono bene, i cocktail sono buoni, il mangiare migliore...e sopratutto c'è abbastanza discrezione e atmosfera per parlare di  certe faccende senza essere disturbate

"Quindi...quanto hai intenzione ancora di giocare a fare la cowgirl?"
"Non sto affatto giocando. Mi trovo bene li, e intendo rimanerci"
"Aly, te lo ricordi che sei una Corer, vero?"
"Certo che si"
"Ecco. E hai idea di quanto quelle persone siano diverse da te?"
"Io non vedo la loro "diversità" come un problema, però..."
"Ma loro vedranno in tal modo la tua diversità. Non sei una di loro, sei sempre una straniera. E  prima o poi te ne accorgerai tu stessa. Saranno ospitali, si...ma tu sei e resti un ospite, per l'appunto. Non un membro della comunità"


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Pam non ha tutti i torti. Me ne rendo conto da quanto successo al Ranch negli ultimi giorni. Non faccio di tutta l'erba un fascio, ovviamente...però non posso certo dire che lei si sbagliasse. Ho sentito più discorsi del cazzo negli ultimi due giorni che in tutto l'ultimo anno e resto in attesa di vedere come si risolverà la cosa. Spero, vivamente, che Zakhar una volta per tutte metta i puntini sulle i,  trovo la cosa in sè talmente "nosense" e cosi vuoti i suoi protagonisti da non volerci spendere, ulteriormente, tempo e pagine sopra. Fine.


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"Ma almeno fai il medico, li?"
"In realtà no, mi hanno assunta come cuoca. Sai, visto che sono cosi brava..."
"Intendo...ne hai di lavoro o passi il tempo a lucidare i ferri?"
"Ne ho fin troppo, ultimamente. Non è un posto cosi tranquillo, non  di questi tempi...certo, non è come Safeport da quel che ne so ma..."
"...cosa intendi con tranquillo?"
"Niente. Immagina"
"..."
"Dai Pam, che palle, sembri mia madre stasera"
"E' che non mi sei mai sembrata tipo da esperienze simili. Insomma...ti facevo più adatta ad altri ambienti lavorativi. Non riesco a visualizzarti vestita con gonne e camicette mentre disinfetti col Whiskey il piede di un fattore caduto sul rastrello. E' noioso, Dio"

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Sono andata a cercare sul dizionario eh. Giusto per essere precisi.

illegale[il-le-gà-le] agg.
• Che non è ammesso dalla legge o dalle regole in vigore SIN illecito: azione i.
• avv. illegalmente, in modo i.

medicina[me-di-cì-na] s.f.
1 Scienza che si occupa delle malattie, della loro cura e prevenzione: m. preventiva; studiare m. 
2 fig. Tutto ciò che può alleviare o curare un male fisico, una sofferenza morale, una situazione difficile e sim. SIN cura, rimedio: il tempo è spesso l'unica m. per le pene d'amore

noia[nò-ia] s.f.
1 Sensazione di inerzia malinconica e di invincibile fastidio, dovuta perlopiù a insoddisfazione per la monotonia e la mancanza d'interesse della situazione in cui ci si trova SIN tedio, fam. barba: una n. insopportabile |

No, decisamente  l'altra sera con Noradine  non ero annoiata. Preoccupata, ansiosa, incazzata, spaventata, incosciente sarebbero aggettivi più calzanti. Ma d'altronde lo dice il dizionario. Medicina è tutto ciò che può alleviare o curare un male fisico, una sofferenza morale, una situazione difficile..ed io sono un medico, no? Lei era...cosi disperata, e a sua volta spaventata. Rischiare di morire per il bene di qualcuno che ami è qualcosa di troppo dolorosamente radicato in me per rimanervi indifferente.
Ad ogni modo...è fatta! Spero che riesca a realizzare ciò che ha in mente, che vada tutto come nei suoi piani. Ho passato la notte a tenerle la testa, mentre rimetteva in una stanza talmente lurida che, ci giurerei, il suo vomito può solo averla igienizzata.



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"Sei andata da tuo padre?"
"Si"
"E...da Daniel?"
"...Si"
"..."
"..."
"..."
"..Mi vedo con un tizio"
"Nel senso che te lo scopi?"
"Anche. No, però con questo ci parlo, dopo"
"Nel senso che lo saluti o..."
"Nel senso che ci ho dormito, anche. E basta. E che ci chiacchiero"
"Davvero?! Ma è una notizia bellissima!"
"Vacci piano..."
"Io? E perchè mai...ci pensi già tu, ad andare piano di tuo"

Si vado piano, e a furia di procedere cosi finirà che le mie gambe si immobilizzeranno del tutto. Apprezzo alcuni suoi lati, le premure discrete o gli sprazzi di sarcasmo, le battute taglienti. Ma delle volte lui stringe troppo, e io mi sento soffocare. Parla di lasciare segni, impronte, scalfiture..e svicolo con l'ironia, mi allontano a colpi di sarcasmo da qualcosa che ha il sapore del "perpetuo". Perpetuo è un aggettivo che non si sposa bene con un animo cosi mutevole come il mio. Delle volte capita che vorrei stringere io, lui,  ma mi accorgo che ne manca la forza. Stiamo bene, stiamo molto bene insieme, ma l'amore è un'altra cosa, l'amore è diverso. Non so dove andremo, da che parte e come, tuttavia non ho voglia di chiedermelo. E' piacevole svegliarsi con lui accanto, e sapere che se ti addormenti ti sistema il lenzuolo addosso. Piacevole avere qualcuno da abbracciare, che si sforzi di capirti, che ti porti cioccolato amaro quando stai male.
Ma...è davvero ciò che voglio? Ciò di cui ho bisogno?

Ho come l'impressione di essermi tatuata addosso la mia maledizione, e di dovervi  tenere fede, in un modo o nell'altro.



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