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2013-05-12

Di lavoro, di famiglia, di fienili


Non sono abituata a tutto questo. A spalare letame, a stare china a raccogliere frutta, verdura o uova. A pelare patate,  a spazzolare cavalli, cani. Non è il mio mondo. Non ho mai fatto nulla del genere, e si vede.
Sradico piante alla radice, rompo le uova, mi getto  metà palata di letame addosso e un quarto nella carriola... Commetto molti errori, in un mestiere che non è il mio e che non ho mai visto fare prima d'ora.
Un mestiere che, in questi ultimi giorni, dati i recenti sviluppi,  mi han consigliato spesso di abbandonare.
Hanno attaccato il Ranch in diversi modi. Si dice che c'è chi paghi per vedere i membri del Black Oak Ranch  morti, e recentemente hanno dato fuoco al nostro stand al mercato, sparandoci addosso.
C'è tensione, nell'aria, e la cosa più fastidiosa è che il pericolo non ha ancora una faccia nè un odore, se non quello della merda che ci sta buttando contro.

Eppure...io qui sto bene. Ok, forse non sarò bravissima nel fare certi mestieri. Le galline tremano quando mi vedono e ho sentito, molto chiaramente, le carote bisbigliare dietro di me quando passo. Ma...sto bene.
Sono tutti molto pazienti, mi spiegano le cose che non so fino alla nausea, e non mi fanno pesare troppo i miei piccoli disastri.
Insomma, sto migliorando.
E dovrei migliorare anche nel mio lavoro...Le nozioni e la tecnica che ho acquisito all'Università non sono sufficienti qui. Ho meno mezzi, ed esigenze molto diverse da quelle che avrei su Eleria. Per cui, nel tempo libero che mi rimane, ho ripreso i libri. Studio, come una pazza, chirurgia, veterinaria, patologia..e penso a come utilizzare ciò che ho a disposizione, magari riadattandolo in base alle esigenze ed alle situazione. Ad esempio l'altro giorno mi sono sorpresa a fissare, con aria interessata, un forcone. Mi sa che sto esagerando.

Dicevo..sto bene. Sto divinamente.
Amo l'aria fresca che si infila in camera appena apro la finestra, la mattina, cosi frizzante da far venire la pelle d'oca. C'è dentro l'odore dell'erba al sole, appena tagliata, il profumo del caffè che sale da sotto, quello del sapone che Mary usa per fare il bucato, che stende  vicino agli alberi. Appese al filo ad asciugare  ci sono lenzuola bianche che vibrano al vento assieme a magliette con scimmie e maiali intervallate dalle camicie quadrettate di Alan e Connor, dagli  orribili calzini di Eithan.
Amo sentire Myar e Omi gridare da stanza a stanza, anche se li per li vorrei infilarmi il cuscino nei timpani e divenire sorda, per sempre.
Amo controllare il c-pad e vedere che, almeno due volte su cinque, è un messaggio di Anja. E almeno tre volte su due ha sbagliato mittente.
Dio, amo tutto questo.
E non permetterò a nessuno di distruggerlo...neanche ad un mio, eventuale, istinto di conservazione.
 Io resto...a maggior ragione ora che sto iniziando provando a cavalcare.


...Ok, di questo ero un pò indecisa se scrivere o meno perchè non voglio sembrare una fottuta adolescente alle prime cotte, nè una donna vissuta che annota le proprie scopate. Perchè di sesso si tratta, alla fine.
Sano, meraviglioso, liberatorio sesso. Con un uomo di cui so poco e niente, ma quel poco è abbastanza per farmi decidere di sdraiarmi con lui tra le balle di fieno.
E'...strano. Dio se è strano. Quello che mi dice è strano e...so che non dovrei, che dovrei tagliare...però me lo ritrovo sempre intorno.
E no, non mi dispiace. Anche perchè non è stupido, dice cose interessanti...e Dio, se mi fa ridere.
 Ridere di cuore, perchè mi prende in giro, e sembra adattarsi bene al mio modo di fare. Non vuole essere dimenticato, non vuole essere un numero...ma ora, obiettivamente, non è che io gli uomini li collezioni.
Non l'ho mica scelto per fare numero. Anzi...non ho proprio scelto, è capitato.
E' capitato che trovi invitante la sua bocca, e bello il suo sguardo.
Che mi ecciti il suo odore, e mi piaccia il modo in cui mi stringe.
E' capitato.
Ed è cosi che dev'essere...finchè vorrò, finchè vorremo.
Finchè non andrà via anche lui, finchè non sentirò il bisogno di correre via io.

Ah! Quasi dimenticavo...ho due nuovi tatuaggi.
La scritta "Free", libera, sulla mano sinistra...ed è facile intuire il perchè l'abbia voluto.
E un soffione al vento, tra le scapole. I semi soffiati via si trasformano e diventano uccelli e volano via liberi verso la mia nuca. Questo...questo è un pò più difficile da intuire

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Yindù - 2507

Alyssa teneva tra le mani qualcosa, proprio davanti al ragazzo, e Daniel sbraitava gesticolando vistosamente. Entrambi appoggiati ad un muretto, sembravano intenti a discutere.

"Cosa sarebbe questo?"
"Ma come cosa sarebbe. E' un soffione!"
"...un..cosa?"
"Dai Danny...un fiore!"
"Questo!? Ma sembra...pelo..su un paletto"
"Sono i semi.."
"Ah...e perchè cazzo mi regali un fiore?!"
"Perchè si dice che se soffi ed esprimi un desiderio i semi lo portano via, col vento,e lo fanno avverare"
"Mh. Quindi ora..dovrei.."
"Si!"
"Dai Aly no. Se ci vedesse qualcuno..Cristo, perchè devi farmi fare queste cose da gay?"
"...Ok.Come vuoi"
"Dio, quando mi fai sto muso...Va bene. Da qua"
"Davvero, vuoi?"
"Si. Sbrigati però, prima che viene qualcuno"

Lui aveva soffiato e, ubbidienti, i semi erano volati via, verso il sole ormai al tramonto, in un'ordinata processione. Una missione di fecondazione, quella dei semini, che si affidava un pò al vento e un pò alla fortuna. Lei era rimasta in silenzio, lasciandosi abbracciare da dietro, ferma a contemplare quella scena. Solo dopo che erano spariti, s'era messa a parlare.

"Giusto per sapere...Che desiderio hai espresso?"
"Che tu possa ricordare, per sempre, quanto m'hai fatto sembrare gay oggi. E quanto ti amo. Sempre.  Per sempre "



As you wish, Daniel

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