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2013-05-03

Di un risveglio



06: 58 A.M 

Apre gli occhi di botto,  e la prima cosa che vede è l'uomo sdraiato accanto a lei. La luce filtra dal pizzo della tenda, in morbidi fasci che ne avvolgono la figura imponente, massiccia. C'è un odore particolarmente intenso, nell'aria, di tabacco e qualche strano aroma, o forse è solo la sua pelle a sapere cosi di buono. La testa bionda sostenuta dal braccio, puntellato col gomito sul lenzuolo, l'altro braccio proteso per consentire alla mano di carezzare Alyssa. Ha le dita morbide, e tiepide, scivolano piacevolmente sulla pelle nuda. Un sorriso storto gli incurva le labbra verso sinistra, tutto intorno un filo di barba a sporcargli il viso. Sembra sveglio da un pezzo, e particolarmente assorto a guardarla.
Alyssa richiude gli occhi, mugola appena, li riapre.

"Che cosa guardi, con tanto interesse?"
"La mia ragazza, ovvio"
"Mh. Caffè. Ciambelle. Per favore. Grazie"
"Oh...credevo ti avessero assunto al Ranch, non al telegrafo"
"Non mi hanno assunta, sono in prova..."
"Sappiamo benissimo entrambi il motivo reale per cui vuoi lavorare li"

La ragazza sbadiglia appena, sistemandosi meglio sul cuscino, in modo da stargli più vicina. I respiri quasi si sfiorano, mentre continuano a parlottare

"..E sarebbe?"
"Tutti quei minuscoli, pigolanti, pelosissimi cani. E le salsicce di quella donna" fa una breve pausa, poi continua "Ok, dire "le salsicce di quella donna" è un pò ambiguo, lo ammetto"
 Lei ride, e allunga una mano a carezzare il volto dell'uomo, con dolcezza.

"..O forse è quella ragazza. Come hai detto che si chiama?"
"Myar?"
"Myar...suona bene"
"Si, lei mi va particolarmente a genio. Abbiamo modi comuni di fare, e a pelle sento una certa sintonia. Mi ci trovo bene, è una cosa che ho notato sin da subito. Ha quella luce strana, negli occhi, di chi ha sofferto tanto ma ne ha tratto una lezione, e  non ha smesso di vedere il mondo con tutti i suoi colori, le sue meraviglie. Ed ha un bel gancio, sento che faremo grandi cose assieme. O grandi casini. Ma è comunque qualcosa di grande, che lasceremo al mondo"
"Al momento preoccupati di lasciarmi un bacio, donnaccia..."

Se la tira contro, e lei non oppone affatto resistenza. Le bocche si incontrano in maniera estremamente naturale, così come è naturale il ritrovarsi  ben avvinghiati, l'uno all'altra, poco dopo. La testa di Alyssa sul petto dell'uomo, che le accarezza piano i capelli. Le dita scivolano tra le ciocche cremisi, che brillano appena di riflessi dorati.

"Daniel...posso tenerti con me?"
"No Aly.."
"...E'..è solo un altro sogno, vero?"
"Si, bimba..mi dispiace"

06:59 A.M

Apre gli occhi di botto, e la prima cosa che vede è il vuoto, davanti a lei. La luce filtra dal pizzo della tenda, in morbidi fasci che illuminano la porzione di materasso che lei non occupa. Ha il cuore in gola, mentre la mano scivola in avanti a cercare l'affossamento di un corpo. Ma il letto è duro, e il lenzuolo freddo, sterile. L'aria non ha odori, non c'è nulla oltre lei in quella stanza. La stessa mano risale a carezzarsi le labbra, schiudendole piano, ma oltre al naturale tepore della pelle non c'è niente di diverso dal solito. Riabbassa la mano, abbandonandola sul cuscino, mentre gli occhi le si riempiono, neppure troppo piano, di lacrime.

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Mi manchi. 
Mi manca il tuo odore, e il tuo sapore. Darei...Dio, darei qualsiasi cosa per sentire di nuovo la tua risata o per poterti abbracciare. Parlare di te non fa più cosi male, non come all'inizio. Ma ogni volta che lo faccio mi appari in sogno...e al risveglio, il non avere più la tua presenza fisica addosso, è qualcosa di indescrivibile.  Certe volte ho un formicolio, su una spalla, sul dorso della mano, su un braccio...e mi piace pensare, sperare, credere che sia tu, che in qualche modo mi sfiori.
Un medico non fa certi discorsi...ma da donna, credimi, vorrei tu fossi uno spettro.
Perchè anche un immagine di te, seppur fluttuante, un semplice contatto, seppure freddo, sarebbe meglio che non averti affatto.
Ho sempre pensato che il poco fosse meglio del niente.

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